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Toulouse en érasmienne

martedì 4 aprile 2017

Une force tranquille

La mattinata finisce con un pensiero suicida quanto razionalmente immotivato che mi esplode nel cervello: "E' tutto perduto". Sto cercando di capire se stesse parlando della torta in forno o della zuppa in frigorifero, del tempus fugit o del trauma infantile.
Poi:
"Scusi è del quartiere?" mi piacerebbe, ci passo molto spesso, ma non ci vivo. L'anziano signore ha l'aria un po' sperduta ma gentile e quasi cerimoniosa. "Sa mica dove passa l'autobus qui?" "Qui" è una piazza trafficatissima dove sboccano almeno cinque viali, il métro e innumerevoli autobus, costellata di caffè e colorata di aiuole fiorite. "Mi hanno detto che è di là", prosegue indicando vagamente alle mie spalle. Lo sento proprio perso. Sto brandendo il cellulare per segnarci un appuntamento importante e ricordo di avere giusto quel mattino recuperato la mia mappa di Parigi che temevo persa durante il trasloco. Aspetti che lo cerco, rispondo, dato che la mia aria sperduta non l'ha affatto scoraggiato. "Oh no, ma no, questo è troppo, vedo che lei è davvero attrezzata" replica lui, sempre più gentile e stupito. "Allora dove deve andare? E quale sarebbe il numero dell'autobus?" Il numero è sbagliato ma con una coincidenza si riesce a raggiungere la buona fermata. "Vede, deve andare su quel viale, lì prende il primo autobus, poi all'incrocio cambia, oppure prende quest'altro che dovrebbe avere una fermata in comune con quello che lei sta cercando." Non è facile fargli vedere la pur evidentissima pensilina.
Alla fine si illumina: "Vede, le persone... grazie... dio [e a questo punto credo di percepire nella sua lingua un lievissimo accento nordafricano, i Francesi di origine europea essendo molto pudichi nel fare riferimento al soprannaturale] ci ha fatti per aiutarci gli uni con gli altri, per vivere bene insieme... eppure... questo... lei... una forza tranquilla... ma basta capire che possiamo... che non dobbiamo avere paura, le persone spesso sono chiuse per la paura, per la fretta... perché non sanno... invece... si può essere così gentili, tanto tanto gentili... e risolvere tutti i problemi." Sono così confusa che la mia repluca non è di sicuro all'altezza della sua benedizione. Ma spero che l'anziano signore serberà un ricordo altrettanto buono di questa giornata.
La mia continua in libreria, dove cado inaspettatamente su un libro che desideravo da tempo, usato, a 13 euro anziché 35 - il che è un balsamo per le mie tasche vuote.
Due buoni presagi.
E se adesso trovassi l'animo per finire sul serio quel benedetto lavoro che mi aspetta e mi soffoca da troppo tempo, il bambino capriccioso che è in me potrebbe ritirarsi soddisfatto e farmi godere delle meritate vacanze.

Aggiornamento: avevo tralasciato l'espressione più importante del discorso del signore: "une force tranquille", l'ho aggiunto oggi.

4 commenti:

  1. Ce la farai. Ce la farai a finire tutto ed a rilassarti dimenticando periodi e pensieri funesti. Far del bene "torna sempre"...
    Buona primavera Parigina!
    Nora.

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    1. La primavera qui è particolarmente bella e fiorita quest'anno. Quasi da casetta gialla, ma per le rose è un po' presto.
      Per il resto, speriamo...

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  2. Che bel post, di rara poesia eppure così quotidiano. È un piacere averti scoperta ;-)

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    1. Oh, ma grazie! Sono confusa. Scusa il ritardo nella risposta, ho consegnato un lavoro solo ora dopo svariate notti in bianco (nel senso letterale del termine...).

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